Alimentazione complementare a richiesta. Autosvezzamento per gli amici.
Sapete di cosa si tratta, vero? In poche parole, si inizia fin da subito a dare al bambino assaggi delle stesse cose che mangiano mamma e papà.
E’ stato detto e ridetto, ci sono una infinità di webinar, tanti consulenti più o meno del mestiere che ne parlano e ne discutono.
Semplice, no?
Ma…
I “ma” ci sono sempre. Quante volte dite, pensate, fate:
“Faccio mangiare il bambino e arrivo!”
“Io lavoro, mia moglie lavora, mangiamo quello che c’è, un panino il più delle volte. Sempronio non può mangiare COSI’, non è salutare, quindi mangia prima.”
“Non ho tempo per pranzare, quindi preparo qualcosa a Caio e basta.”
“Però, sto facendo come mi ha detto la dottoressa/pediatra/nutrizionista: il bambino mangia le nostre stesse cose, cose da grandi: pasta, carne, pesce, verdura…”
Ok.
Fermiamoci un attimo.
Quante cose facciamo per per "star bene”, in particolare in questo periodo? Quanti di voi, genitori o futuri genitori, stanno assumendo Vitamine, integratori, fanno analisi e controlli dal dottore o cure ricostituenti?
Tutto corretto, se necessario, ci mancherebbe.
Ma uno dei determinanti maggiori del benessere e della salute è l’alimentazione. E non lo dico io, che sono semplicemente Biologa Nutrizionista.
Dedicare il giusto TEMPO e sopratutto QUALITA’ al momento pasto, che sia la colazione, il pranzo o la cena, è la chiave. O meglio la base dal quale partire e RI-partire per stare bene.
La QUALITA’, lo sappiamo tutti anche se a volte lo dimentichiamo, è scegliere alimenti sani.
E il TEMPO? Il tempo è dedicare al momento del pasto il tempo necessario, appunto. E se il nostro bambino si sta “autosvezzando” il tempo DEVE andare a braccetto con parola insieme.
INSIEME, per i bambini è molto importante. Sempre.
Se mangiamo insieme, non ci “alimentiamo e basta” non ci saziamo solamente, ma insegniamo la relazione con il cibo, scambiamo emozioni, sorridiamo, parliamo…. Insomma, educhiamo.
Le connessioni cerebrali tra i centri della fame, quelli del gusto e i circuiti emotivi sono interconnesse.
Quindi, perché ci preoccupiamo che i pasti dei nostri figli siano sani e perfettamente bilanciati se poi li facciamo mangiare da soli e noi mangiamo schifezze?
Mangiare insieme è la parolina magica dell’alimentazione complementare a richiesta o autosvezzamento che dir si voglia. E dovrebbe diventarlo anche dello svezzamento classico.
Bisogna da subito, condividere il piacere di una tavola, non solo lo stesso cibo. Mangiare con calma alimenti sani, cucinati bene, fa bene e fa meglio di dieci scatole di vitamine e integratori.
Sento già chi mi sta dicendo che la famigliola perfetta della Mulino Bianco non esiste. Ci sta.
Il lavoro è sacro e la pausa pranzo è di corsa. Ma sapere che è importante, può indurci a sforzarci il più possibile per riuscire a costruirci una PRANZO-PAUSA insieme. O una cena se quello è l’orario in cui si riunisce la famiglia.
A pranzo o anche solo a cena, l’importante è mangiare insieme, ed è un obiettivo da raggiungere perché è un ottimo investimento in salute.
E se ogni tanto cucinassimo con loro e li facessimo giocare con la farina? Fare la pasta, i biscotti ma anche cucinare proprio quell’alimento che a lui non piace, perché no? Ne scoprirete delle belle.
Proviamoci. Basta un pizzico di organizzazione.